Unioncamere: il 2015 è l’anno delle professioni digitali
L’Italia della Net economy e dell’Industria 4.0, quella che cerca ingegneri e maghi della Rete (il cui cuore è la Lombardia), è l’ambito in cui si concentra il gap tra domanda e offerta di lavoro che continua ad affliggere il nostro Paese malgrado una disoccupazione a due cifre. Come mostra l’istantanea sul mercato del lavoro nel 2015, scattata dal Sistema informativo Excelsior di Unioncamere e Ministero del Lavoro e diffusa in occasione di Job&Orienta (il Salone nazionale sull’orientamento, scuola, formazione e lavoro, in corso a Verona), quest’anno sono 76mila i profili professionali ricercati dalle imprese dell’industria e dei servizi ma ritenuti non facili da trovare. Sebbene in lieve risalita rispetto al 2014, la difficoltà di reperimento di personale, indicata dal settore privato, rappresenta “solo” il 10,6% delle 722mila assunzioni che le imprese contano di effettuare entro il 2015 (era il 10% lo scorso anno). Un valore ben distante da quello cui si era abituati prima della crisi del 2008, quando arrivava a riguardare quasi il 30% delle assunzioni programmate dalle imprese.
Questa difficoltà continua ad essere dovuta a due ragioni fondamentali: la richiesta di specifiche competenze e di un’esperienza pregressa da parte delle imprese; un’offerta carente di alcuni titoli di studio. La principale è dovuta alle competenze richieste dalle imprese e, quindi, strettamente dipendente dalla insufficiente diffusione di quelle abilità acquisibili solo attraverso il potenziamento dei percorsi di alternanza scuola-lavoro, in grado di far fare ai giovani una prima esperienza lavorativa e di allineare maggiormente la formazione scolastica alle esigenze del sistema produttivo. La seconda è invece legata all’offerta (poche persone disponibili con lo specifico titolo di studio in alcune realtà territoriali: è il caso soprattutto delle lauree in ingegneria) e, di conseguenza, connessa a un sistema dell’orientamento che non raggiunge adeguatamente giovani e famiglie.
Si mantengono basse anche quest’anno le difficoltà di reperimento del personale da parte delle imprese dell’industria e dei servizi. Esse rappresentano solo il 10,6% delle 721.730 assunzioni stagionali e non stagionali previste dal sistema produttivo, in crescita di 0,6 punti dal 2014. Il lieve recupero di questo indicatore è legato all’aumento delle assunzioni totali (108mila in più rispetto allo scorso anno), ma anche all’innalzamento della quota di laureati
ricercati (l’11,5% del totale delle assunzioni, +16mila rispetto al 2014), la componente più interessata dal mismatch, con un’incidenza di assunzioni di difficile reperimento che arriva al 22,3% tra i laureati.